Bufale scientifiche: la leva emotiva

 
 

Vi racconto una storia

“Stavo uscendo dal lavoro. Quella sera, avevo fatto particolarmente tardi per concludere un paio di progetti prossimi alla data di scadenza. Raccolsi le mie cose e mi diressi verso l’uscita dello stabile. Appena fuori, mi guardai intorno nel campus desolato, avvolto nelle tenebre della notte. Mi incamminai verso la macchina, sentendo il vento gelido sibilare tra le fronde degli alberi e la neve infilarmisi nel bavero della giacca.

Fu in quel momento che sentii dei passi dietro di me. Mi voltai, riconobbi quella figura. Un brivido mi percorse la schiena. Affrettai il passo, l’individuo dietro di me fece lo stesso. Ero a pochi metri dalla macchina, quando mi voltai e…”

Cos’e’ successo? Seguitemi ancora per favore, vi racconto la stessa storia, in maniera diversa:

“Stavo uscendo dal lavoro. Raccolsi le mie cose e mi diressi verso l’uscita dello stabile. Chiusi la porta e mi incamminai verso la macchina. 

In quel momento sentii dei passi dietro di me. Mi voltai e riconobbi la mia collega, anche lei si era trattenuta un po’ di più al lavoro. Ci salutammo con un cenno della mano e, congelate dal vento freddo, affrettammo il passo verso le nostre vetture. A pochi metri dalla macchina, abbozzai un sorriso alla mia collaboratrice, augurandole un buon fine settimana.”

Il punto di vista ed i dettagli mancanti

Si tratta della solita storia, ma raccontata in maniera diversa. Nella prima versione, si ha l’idea che qualcosa di terribile stia per accadere. Si da’ l’impressione che una figura losca mi stia seguendo con chissà quali intenzioni malevole. 

Nella seconda versione, invece, si capisce che la persona che mi segue e’, semplicemente, la mia collega. 

I due paragrafi raccontano la stessa storia, ma la maniera in cui viene raccontata suggerisce due scenari completamente differenti. 

Nella prima versione, non ho raccontato falsità, ho semplicemente aggiunto dei dettagli e ne ho omessi altri. E’ cosi’ importante sapere che faceva buio e che il vento sibilava tra le fronde? No, ma rende l’atmosfera minacciosa. Il brivido lungo la schiena e’ causato dal freddo, ma la maniera in cui le frasi vengono accostate porta a pensare che io sia terrorizzata dalla “figura” che mi segue.  

Far leva sull’emotività

Giocare sulle emozioni del lettore e’ una strategia potente e molto utilizzata in vari ambiti: giornalismo, pubblicità, copywriting etc etc. Lo scopo può essere solo attirare l’attenzione oppure vendere qualcosa. Non si raccontano balle, si presenta la realtà in un certo modo e da un determinato punto di vista. Rimane, comunque, che si comunica una visione distorta di quelli che sono i fatti.

Ma perche’ parliamo di questo? Tempo fa avevo accennato alla comunicazione nel mondo scientifico. Nello specifico, avevo dato indicazioni su come riconoscere le bufale scientifiche che circolano quotidianamente davanti ai nostri occhi.

Una delle questioni che avevo sollevato era su come riconoscere delle buone fonti. Citare delle fonti valide potrebbe non essere pero’ sufficiente. Se i fatti vi vengono presentati come nella versione 1 della mia storia, il vostro giudizio potrebbe essere completamente erroneo. 

La versione 2, invece, riporta i fatti come si farebbe in un articolo scientifico. Ne avete mai letto uno? Sono noiosi (inclusi i miei). I fatti vengono riportati con lucidità e rigore. Le prove a favore di una tesi vengono discusse in maniera logica ed asettica, senza la minima traccia di emotività. Si cerca di convincere il lettore facendo leva su fatti tangibili e non sulle sue speranze o paure. Un fallimento a livello di marketing.

La prossima volta che vi imbattete nell’ennesimo servizio/articolo/post di aura scientifica osservate se e come stanno giocando con le vostre emozioni. Stanno cercando di spaventarvi? O, al contrario, fanno leva sui vostri sogni? Insospettitevi. Probabilmente, nella notizia c’e’ del vero, ma la realtà  e’ stata manipolata per creare un prodotto che attiri la vostra attenzione. Andate a fondo e cercate di capirne di più. Le questioni scientifiche sono sempre piuttosto complesse e le versioni semplificate non rendono loro giustizia.

Se l’argomento vi ha incuriositi, vi suggerisco questo articolo sulla pericolosità del monossido di diidrogeno. Un classico che insegna quanto sia semplice raccontare balle, usando fatti reali.